Cos’è la felicità?

È un’aspirazione, un miraggio, un’ illusione, una possibilità, uno stato d’animo difficile da afferrare e definire. Quanto Sant’Agostino scrive sul tempo potrebbe essere adattato alla felicità: ” se mi viene richiesto cosa sia non so rispondere. Se non mi viene richiesto lo so”.
Molti rispondono che la felicità è un fatto soggettivo e che è tempo perso trovare criteri oggettivi.
Personalmente penso di sapere con sufficiente sicurezza cosa non sia la felicità e quale sia la grande bugia che, in questo secolo, viene raccontata su di essa!
La felicità non è avere le farfalline nello stomaco, inseguire belle sensazioni o avere scariche di adrenalina. Quando le farfalline, le belle sensazioni e l’adrenalina arrivano ne godiamo. Quando, però, diventano il fine delle nostre giornate la qualità della vita alla lunga peggiora e, a volte, diventa un inferno. Se, infatti, per essere felici bastasse procurarsi sensazioni piacevoli ed euforiche basterebbe una dose di cocaina, una bottiglia di alcool, una “scopata”( parola triste che toglie l’anima all’altro riducendolo ad oggetto di piacere) o praticare sport spericolati. Avremmo costruito il paradiso terrestre. In realtà oggi si consumano più sesso, più droghe, più alcool, più giochi di azzardo, più sballo, ma non vedo una gran felicità in giro. Al contrario aumentano i suicidi, le depressioni, le patologie psichiatriche. Aumentano coloro che si percepiscono ” morti viventi”. Ascoltando alcuni adolescenti, che seguo per motivi professionali, mi ha colpito sentire da loro che si tagliuzzano per provare a sé stessi di essere vivi. Per questi ragazzi non sentire il proprio corpo, percepirlo desensibilizzato è motivo di un’ angoscia così grande da doverlo tagliuzzare per procurarsi dolore, per sentire fluire il calore del proprio sangue e così provare a sé stessi di essere ancora vivi. Sbagliava Freud definendo la libido come la forza vitale al servizio del piacere. È quantomeno una affermazione riduttiva.
La felicità non è ricerca di piacere, ma ricerca di piacere relazionale e della propria anima. È un dramma sentirsi soli ed è un dramma ancora più grande non sentire la propria anima.

Quello che ci regala una gioia piena è: amare ed essere amati; vivere le diverse qualità dell’amore: filiale, fraterno, amicale, erotico, genitoriale; vivere in sintonia con i bisogni della nostra anima. Bisogni di autenticità, di senso, di giustizia, di speranza, di Dio. La vita non è solo benessere. A volte è bella, a volte piena di guai, a volte persino bastarda. È un alternarsi di benessere e malessere, di illusioni e delusioni , di vittorie e sconfitte. Il segreto è far diventare anche gli inevitabili dolori occasioni di crescita.
La storia ci regala esempi di vite felici e realizzate perché totalmente spese per una causa fino al sacrificio della morte.
Le persone felici, le grandi anime non sono coloro che hanno cercato sensazioni di benessere per sé.
Sono coloro che hanno vissuto il mistero della vita nei suoi aspetti luminosi e dolorosi. Che hanno pagato un prezzo per le loro idee restando fedeli a sé stessi.
È la strana felicità di cui parlano le beatitudini. Una strana felicità dove la giustizia, la povertà, la purezza e la pace del cuore sono i beni da ricercare e custodire, nonostante tutto. È la strana felicità che testimonia Francesco di Assisi che abbracciando un lebbroso sperimenta che ciò che a prima vista è amaro può trasformarsi in dolcezza per l’anima e il corpo.

Tonino Solarino
Psicologo e Psicoterapeuta