Ospedale

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Carlo Urbani

Medico e ricercatore

Mi chiamo Carlo, sono nato a Castelplanio un piccolo paese delle Marche, nel 1956.Nel desiderio di rendere concreta la mia fede, già durante il liceo ho cominciato aimpegnarmi nel volontariato e forse così è nata in me la voglia di diventare medico e di specializzarmi in malattie infettive, soprattutto quelle che colpiscono i paesi più poveri.

Aiutare chi soffre, giorno dopo giorno, è diventato il modo in cui la fede in Gesù Cristo ha trovato carne nella mia vita: donarmi agli altri; ho capito sempre più che i malati non hanno bisogno solo di cure, ma che il medico prescriva anche se stesso,una medicina per l’anima insieme a quelle per il corpo.

Nel 2000 mi sono trasferito in Thailandia con la mia famiglia per lavorare come medico dell’OMS, e proprio lì ho contratto una grave malattia, la SARS, che era ancora sconosciuta. Non sono riuscito a salvare la mia vita, ma ho fatto in tempo a dare il mio contributo per fermare il contagio. Sono cresciuto inseguendo i sogni e credo di essere riuscito a realizzarli: ringrazio Dio per ciò che mi ha donato.

Dio opera attraverso gli uomini e allora dobbiamo dare a Lui modo di agire attraverso noi.

Nella vita credo di aver saputo distinguere gli indizi che mi hanno guidato fino a qua, e per arrivarci ho anche accettato di affrontare burrasche e scogli, ma ora non chiederei di meglio dalla vita.

Ringrazio Dio per tanta generosità nei miei confronti, e mi sforzo di sdebitarmi lasciando che i miei “talenti” producano germogli e piante. Vorrei comunque fare di meglio, non tanto nel lavoro, dove do tanto, ma con gli affetti più prossimi.

Mi sento un grande privilegiato al quale il Padre buono ha offerto una vita ricca, dove alcuni campi fertili non aspettano altro che vi semini responsabilmente i miei talenti. E a volte riscopro la Sua beltà nell’oggetto del mio lavoro, nei misteriosi fiumi che risalgo, fiumi d’acqua e fiumi di conoscenze, nei volti dei magri bambini nati come Lui in una capanna, o nei sorrisi coraggiosi di chi condivide il mio lavoro.

Credimi, è bello muovere passi in questo grande villaggio, e scoprirne le ferite e le glorie. Credo che la Sua beltà ci si manifesti in mille modi, e pur se convinto che anche nel silenzio di un monastero o nelle limitazioni della clausura sia visibile, amo troppo scoprirla in nuovi orizzonti, o dietro occhi nuovi.

A volte sussurrare una Avemaria in silenziosi tramonti mi causa leggeri brividi di emozione, e non smetto di raccomandarmi al Signore ogni volta che vedo una prova sul mio cammino. Non so se questo basti, anzi immagino che ci si aspetti di più da un “bravo cristiano”… per cui sto pensando di rimuovere il “bravo” dal cristiano che sono! Ma non ho dubbi che il Padre Buono saprà sempre alzare una mano per appoggiarmi carezze sul capo… almeno spero!

Carlotta Nobile

Violinista e blogger

Sono nata da papà Vittorio e mamma Adelina, dopo 8 anni dalla mia nascita è arrivato finalmente Matteo. Fin da piccola mia madre mi trasmette la passione per la musica, infatti a 3 anni inizio a suonare il violino e a 17 mi diplomo al Conservatorio con il massimo dei voti. A pochissimi giorni di distanza, conseguo anche la maturità classica, sempre a pieni voti.

Gli studi musicali mi danno la possibilità di viaggiare, di conoscere altre culture e stili di vita. La passione per l’arte mi porta a un passo dalla laurea in Studi Storico-artistici. Oltre agli impegni musicali e universitari, coltivo l’interesse per la scrittura. Nell’ottobre 2011, a 22 anni, mi viene diagnosticato un melanoma, sono ancora lontana dalla fede. Condivido la malattia in maniera anonima, attraverso una pagina Facebook e il sito web (il Cancro E Poi_) e mettendo a servizio dei malati la mia musica: suono nei reparti di oncologia il mio violino.

Nel marzo 2013 – al risveglio da un coma – tutto si fa luce, la mia vita in un attimo è cambiata, il Signore mi ha guarita nell’anima, lì dove ero veramente malata. Inizio a vivere in modo nuovo, nonostante il cancro si faccia sempre più aggressivo. Lo stesso anno, all’alba del 16 luglio (festa della Madonna del Carmelo), me ne sono andata circondata dall’affetto della mia famiglia.

– Il più grande fallimento nella vita non è la morte ma è lo smettere di amare.

– So che il cancro mi ha guarita nell’anima, sciogliendo tutti i miei grovigli interiori e regalandomi la Fede.

– Noi siamo molto più che malati di cancro. Siamo sentimenti, gioie, lacrime, sogni, creatività, legami, silenzi, urla, sconfitte, vittorie: nulla di tutto questo si può buttare via! Ora possiamo amare noi stessi in un modo in cui non ci siamo amati mai.

– Vivere al massimo ogni istante, con gratitudine e riconoscenza, come un piccolo miracolo che si ripete ogni giorno.

– C’è un disegno più grande. Tutto questo ha un senso unico e io sono orgogliosa di poter crescere così e vivere questa cosa.

– Io non so più neanche quanti centimetri di cicatrici chirurgiche ho. Ma li amo tutti, uno per uno, ogni centimetro di pelle incisa che non sarà mai più risanata. Sono questi i punti di innesto delle mie ali.

– Perché vuoi dimostrare prima di tutto a te stessa che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende, eppure VIVERE, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita di 23enne ti regala ogni giorno. Perché c’è un E POI per cui non smetterai mai di combattere, perché nessuno può toglierti l’assoluta certezza che – nonostante tutti i tagli, le cicatrici, gli aghi nelle vene, i controlli, i liquidi di contrasto, gli interventi e i dolori – c’è una gioia immensa che ti aspetta, c’è il tuo più grande sogno che ti guarda da un tempo futuro e non vede l’ora di raggiungerti. Perché tutto quello che stai vivendo ti verrà un giorno riscattato. Perché in fondo il modo che hai ora di guardare alla vita non potevi che raggiungerlo così

– Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo.

– E in un attimo capisci che è stato proprio quel cancro a GUARIRTI L’ANIMA, a riportare ordine nella vera essenzialità della tua vita, a ridarti la Fede, la speranza, la fiducia, l’abbandono, la consapevolezza di essere finalmente diventata chi per una vita intera hai fatto di tutto per essere e non eri stata mai: una donna SERENA! Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro, con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la LUCE.

– L’amore è l’unica forza capace di mediare fra la libertà e il destino

– Ben vengano gli incubi notturni se poi al mattino vieni colta dalla forza del più grande dono che ognuno di noi possa ricevere, esserci

–  Io sono onorata e fortunata di poter portare la Croce con Gioia a 24 anni. So che il cancro mi ha guarita nell’anima, sciogliendo tutti i miei grovigli interiori e regalandomi la Fede, la Fiducia, l’Abbandono e una Serenità immensi proprio nel momento di maggior gravità della mia malattia.